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Tra principi e realtà alla ricerca del giusto equilibrio

 

Le ultime votazioni hanno messo la Svizzera nuovamente al centro della stampa estera. In Ticino l’esito dell’iniziativa contro l’immigrazione per molti era scontato, a sorprendere è però il risultato finale degli altri cantoni in particolare di quelli come il canton Berna. Di fatto ci troviamo con una spaccatura netta non solo tra il popolo ma anche nei confronti della politica. L’analisi che va fatta non si può riassumere alla vittoria di un partito, in questo caso l’UDC, perché negli altri due temi in votazione l’organizzazione democratica di centro è stata sconfessata.

Analizzando l’esito della votazione risulta chiaro che escono sconfitti i due principali protagonisti contrari all’iniziativa: il consiglio federale e gli imprenditori.

La politica è deputata a risolvere i problemi, ma per farlo deve cominciare a riconoscerli. Che gli accordi bilaterali prestassero il fianco a delle storture, in particolare per quel che concerne la libera circolazione delle persone, come registrato da tempo nei cantoni di confine, era segnalato da più parti.

Le organizzazioni sindacali, pur difendendo il principio di libera circolazione dei lavoratori, hanno continuato a battersi per introdurre misure atte ad attenuarne alcuni effetti quale il dumping salariale, chiedendo controlli più marcati, l’introduzione di un salario minimo generalizzato e di contratti collettivi di lavoro.

Gli imprenditori, continuando a eserciatare una politica al ribasso dei salari hanno contribuito a esacerbare la sensazione di insicurezza nei lavoratori residenti sul territorio. Accecati dalle mire di profitto, hanno portato consensi, indipendentemente dalle aree politiche, all’iniziativa.

La lezione che si può trarre da questa votazione è che Berna deve prestare molta più attenzione alle problematiche periferiche e non rifugiarsi dietro ad argomentazioni, sicuramente valide sul piano giuridico, ma che sono sempre più lontane dai problemi reali della gente.

Il movimento sindacale dal canto suo non può esimersi dal fare una riflessione approfondita, seppur dolorosa, sulla sua politica per trovare il giusto equilibro tra questioni di principio e scottanti realtà.

Giuseppe De Lorenzo,

lavoratore immigrato, da 42 anni residente

in Svizzera, dopo la votazione potrebbe

essere colpito dalle nuove misure.

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