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Trasporti postali,il gioco si fa duro

Quattro del mattino di venerdì 6 novembre. È ancora buio al centro distribuzione pacchi Postlogistic di Cadenazzo. Davanti ai cancelli, una ventina di dipendenti della Posta supportati dal sindacato syndicom sono riuniti in un’azione di protesta contro l’esternalizzazione del trasporto degli invii postali. Dietro di loro, un muro giallo, formato dai tipici camion con la scritta “La Posta”: fino a qualche anno fa un vanto e un marchio dell’azienda. Ora, soltanto un peso economicamente non più sopportabile, di cui la Posta vuole liberarsi prima possibile.

 

L’azione di Cadenazzo, supportata dal segretariato syndicom Ticino, è stata la logica conseguenza della decisione della Posta di rinunciare alla gestione di una propria flotta, confermata proprio il giorno prima dalla direzione. Così, quello che doveva essere un momento di sensibilizzazione, per denunciare la situazione ai colleghi e all’opinione pubblica (come in altri centri della Posta in tutto il Paese, vedi articoli a fianco), si è trasformato in una vera e propria azione di protesta, durata un paio d’ore, seguita dai mezzi d’informazione della Svizzera italiana, sin dal primo Radiogiornale delle 6.

syndicom critica aspramente la non entrata in materia sulle misure proposte dal sindacato per ridurre la perdita dell’impiego. Con la decisione di rinunciare, dalla fine del 2016, alla sua flotta di automezzi pesanti, la Posta cancellerebbe 187 impieghi, 17 in Ticino. Il trasporto degli invii postali sarebbe affidato interamente a ditte esterne, alle quali già ora è affidato più del 60% delle sue corse per un totale di circa 250 fornitori esterni. «Ridurre tutto a una questione di costi senza tenere in conto la qualità e l’affidabilità del servizio è irresponsabile», ha affermato Marco Forte, segretario syndicom Ticino. «Questa misura prevede l’esternalizzazione con personale impiegato con condizioni di lavoro, di salute, di sicurezza e retribuzioni molto inferiori. La Posta esternalizza infatti verso ditte che non sottostanno a nessun contratto collettivo e sulle quali non ha un controllo diretto o indiretto delle condizioni lavorative. Il mercato del trasporto è in effetti molto precario e caratterizzato da catene di subappalto. Per un cantone dove le condizioni generali lavorative si stanno degradando questo è un altro brutto segnale».

syndicom considera inaccettabile il modo di agire della Posta, che a spese dei dipendenti esternalizza posti di lavoro in un’ambito privo di CCL e dove il dumping salariale e le condizioni di lavoro precarie sono ormai triste quotidianità. A Ginevra, con esempi e dati alla mano, il sindacato ha dimostrato le conseguenze disastrose che questa misura ha sulle condizioni di lavoro dei conducenti. Il sindacato chiede che almeno il 30 per cento dei trasporti continui ad essere effettuato dai dipendenti della Posta. Con le diverse azioni di protesta che si sono susseguite in tutta la Svizzera, syndicom e gli autisti della Posta si sono uniti per portare avanti le proprie richieste (come conferma l’intervista a uno di loro). Una petizione di sostegno ha raccolto più di un migliaio di firme in pochi giorni.

* Giovanni Valerio è redattore syndicom.

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