Un bel disastro: RetePostale stressa dipendenti e clienti
Il periodo dell’Avvento rappresenta generalmente il miglior business per RetePostale. Ora questo periodo sta diventando un calvario sia per i dipendenti che per i clienti. E la cosa peggiore è che è esattamente ciò che vuole la direzione della Posta.
La struttura, trasformata in una nuova società (al 1° gennaio 2021), affronta la più grande riorganizzazione dell’ultimo decennio. Inoltre, si trova nel mese dell’anno con il maggior fatturato e deve, come tutto il mondo, lottare con una pandemia. Proprio in questo momento la direzione di RetePostale ha deciso di ridurre le ore di straordinario di tutti i dipendenti.
Lunghe code – personale stressato
Le conseguenze sono chiare: gli addetti allo sportello dovranno affrontare l’assalto natalizio con un personale ridotto. I dipendenti verranno intenzionalmente esposti a ulteriore stress in circostanze già di per sé difficili. Le responsabili e i responsabili del team appena impiegati cercano di aiutare laddove è più urgente; il lavoro dirigenziale e di team viene accantonato. Era stato promesso ai dipendenti di strutturare insieme la nuova riorganizzazione. Nell’ambito di una pandemia è addirittura da irresponsabili far ruotare maggiormente i dipendenti tra diversi uffici postali rispetto a quanto strettamente necessario.
E i clienti che ora devono stare in coda durante il lungo periodo dell’Avvento, lo fanno con la consapevolezza che la direzione della Posta li fa stare volutamente in coda a lungo. Il peggio è che questa circostanza fa il gioco di RetePostale. Perché il danneggiamento del business natalizio contribuisce al piano di smantellamento della rete di uffici postali.
Attacco alla rete di uffici postali e al servizio pubblico
RetePostale esercita un attacco al comparto degli uffici postali e all’approvvigionamento di base. Gli uffici postali sono tuttora una spina nel fianco della direzione della Posta: costano troppo. Vorrebbero una situazione come quella della Germania in cui i pacchi possono essere consegnati solo tramite prestatori di servizi esterni, come ad esempio negozi di alimentari, edicole e chioschi del kebab. Nei suoi obiettivi strategici il Consiglio federale ha però stabilito che intende mantenere la rete di 800 uffici postali. Ora l’intenzione è di fatto quella di rendere impraticabili le disposizioni della Confederazione al fine di giustificare la chiusura di ulteriori uffici postali. Pertanto, il danneggiamento del business negli uffici postali non è deplorevole per la dirigenza di RetePostale, ma ha una strategia ben precisa.
Riduzioni artificiose e numeri falsificati
RetePostale fa di tutto per tenere artificiosamente basse le operazioni della clientela. Il numero di operazioni è il motivo principale della riduzione degli uffici postali. Oltre al calo naturale, la direzione di RetePostale ha però notevolmente abbassato questo numero. Si registrano sempre meno operazioni della clientela. Ad esempio, sono stati tolti dall’assortimento diversi prodotti di terzi. Con queste cifre considerevoli si fanno confronti impropri: una lettera richiede decisamente meno lavoro di un pacco. Mentre il numero di lettere diminuisce, cresce in maniera esponenziale il volume di pacchi. Questo vale in particolare nel periodo dell’Avvento. Ma indipendentemente dal dispendio, una lettera e un pacco sono considerate operazioni equivalenti.
David Roth, segretario centrale competente presso syndicom chiede: «La direzione di RetePostale deve disporre l’immediato stop alla riduzione delle ore di straordinario per migliorare la situazione dei dipendenti. I dirigenti devono potersi occupare dell’attività dirigenziale che ci si attende da loro.» syndicom ha chiesto un simile stop già a novembre. La direzione di RetePostale non ha però reagito.