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Una donna determinata

«Ora devo arrangiarmi con diversi lavori», esordisce Eveline Bader. Era approdata alla Posta tramite un contratto di fornitura di personale a prestito, quando il Gigante giallo era ricorso al personale ausiliario attraverso la sua filiale Presto per garantire il recapito della posta. Oltre al suo lavoro nel recapito mattutino per Presto, Eveline ha lavorato inizialmente come postina per due ore, poi da sei a sette ore al giorno, un incarico che le piaceva molto: «Per avere il pomeriggio libero mi alzo volentieri all’alba. E il lavoro di recapito è molto vario».

Da quando ha perso il suo impiego alla Posta, la vita di Eveline è diventata più difficile. «Oltre alla distribuzione di giornali al mattino presto, ho anche accettato un incarico importante per una ditta di pulizie. Inoltre, sono impiegata presso un grande distributore che effettua inventari regolari e quest’anno lavorerò per la quarta stagione estiva consecutiva al chiosco del Marzili, un lavoro che mi piace molto».

Un altro paese, un’altra vita

Nonostante sia passato del tempo, Eveline continua a non capire i motivi del mancato rinnovo del suo contratto con La Posta: «Mi è stata versata un’indennità di uscita, pertanto le loro ragioni non erano irreprensibili», afferma. E aggiunge: «Oggi non ci penso più. Preferisco investire altrove le mie energie!».

In particolare per la creazione del suo studio di ricostruzione unghie. Dopo una formazione di un anno, Eveline ha conseguito recentemente un diploma di ricostruzione unghie. «La creatività occupa nuovamente un posto importante nella mia vita. È davvero importante per me creare qualcosa che mi appartenga». Tra qualche anno Eveline desidererebbe ritornare a vivere con suo marito in Tunisia, il suo paese d’origine.

Vivere in base ai propri ritmi

«Laggiù potrei decorare le mani delle spose. Probabilmente manterremo un appartamento con due locali qui in Svizzera che potrebbe essere utilizzato anche dai nostri parenti tunisini che vivono nel resto dell’Europa. E se non riusciremo a stabilirci in Tunisia, potremmo ritornare qui, anche se talvolta faccio fatica ad adattarmi allo stile di vita svizzero. Soprattutto al ritorno dalle vacanze in Nord Africa. La Svizzera mi appare allora particolarmente “tesa”. Per non parlare dello stress costante! Stress dovuto alla puntualità e al denaro. Qui nulla è gratuito. In Tunisia, invece, si può vivere molto più in base ai propri ritmi. Qui non è possibile, c’è sempre un superiore che guarda l’orologio. Dopo aver terminato il lavoro, ci si riposa su un’amaca senza pensare alle mille cose che restano da fare. Amo questo stile rilassato e il poter disporre di tempo, per ore.

La vita in Tunisia presenta anche degli svantaggi, ma non contano molto per me. L’igiene non corrisponde assolutamente ai nostri standard e il paese è caratterizzato da un clima d’incertezza politica. Dalla caduta del dittatore Ben Ali, si vedono per strada sempre più gruppi di donne completamente velate. Questo mi mette a disagio e mi fa anche un po’ paura. Il fazzoletto per la testa non è mai stato un problema per me, ma non vedere più gli occhi e neppure le espressioni del viso mi disturba e mi inquieta più della presenza dei carri armati e dei militari».

Il ruolo del sindacato

«È molto difficile trovare un impiego qui in Svizzera», ammette Eveline, che ha da poco compiuto 47 anni. «La mia età costituisce di per sé un ostacolo nel mercato del lavoro. Oppure risulto iperqualificata, pur accontentandomi di un salario modesto. Se trovassi un impiego al 50% o al 60%, non avrei più bisogno di fare diversi lavori e neppure di organizzare incessantemente i miei spostamenti da un posto all’altro. Ben inteso, è fondamentale che il lavoro mi piaccia. Altrimenti sono aperta a tutto ciò che mi permetta di garantire la mia esistenza parallelamente al mio studio per la ricostruzione unghie». Da poco, Eveline ha nuovamente un posto di lavoro a un tasso di occupazione ridotto nel servizio interno della Posta. «Se solo ne venisse fuori qualcosa di più, sarebbe magnifico!».

Da quando ha svolto il suo apprendistato come impiegata d’albergo, Eveline Bader è anche membro dell’Unione Hotel&Gastro. In qualità di postina ha anche aderito a syndicom. «Apprezzo l’ottimo lavoro svolto dai sindacati. Ad esempio la negoziazione di contratti collettivi di lavoro e il supporto che offrono ai loro iscritti. Quando abbiamo ottenuto da Presto dei nuovi contratti, un collaboratore di syndicom mi ha spiegato tutto quello che c’era da sapere. Il sindacato mi ha anche aiutato nella mia lotta, che non era una lotta contro la Posta, bensì una lotta per il mantenimento del mio impiego. È importante che esistano i sindacati!».

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