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syndicom approva la mossa del Consiglio federale ma vede anche necessità di qualche ritocco

syndicom si rallegra che il Consiglio federale abbia deciso di proporre misure da realizzare tempestivamente nell’ambito del sostegno ai media. syndicom valuta positivamente diversi punti; tuttavia, nell’attuazione concreta, bisogna ritoccare alcuni criteri che sono di fondamentale importanza per i professionisti della stampa. Soprattutto questi incentivi e sovvenzioni dovrebbero essere concessi soltanto a chi si professa a favore di buone condizioni quadro per i giornalisti e le giornaliste, inclusi i prerequisiti quali buone condizioni di lavoro nel contratto collettivo di lavoro (CCL) e indipendenza redazionale.

syndicom ritiene positivo che il Consiglio federale voglia destinare 50 milioni di franchi in più per incentivare le offerte online. Ha senso infatti sovvenzionare l’informazione online, sempre più importante per la pluralità della stampa e delle opinioni. Andrebbe invece riconsiderato il fatto che possano essere incentivate solo le offerte a pagamento.

Esiste un potenziale di miglioramento anche in merito all’aumento dell’incentivazione indiretta della stampa. Fondamentalmente l’aumento delle tariffe postali preferenziali a 50 milioni di franchi fa piacere. Ma non va bene che si voglia abolire il limite di tirature. Infatti, con ciò si accelererebbe ancora di più l’accentramento mediatico nei giornali e si ridurrebbe ancor di più la pluralità della stampa.

Il Consiglio federale è dell’avviso che l’incentivazione diretta dei media sia possibile solo tramite una modifica costituzionale. syndicom caldeggia che venga presto avviato un dibattito che tenga conto anche dei media online.

Adesso le aziende mediatiche sono chiamate a investire nella qualità pubblicistica e a fermare i tagli al personale nelle redazioni. Questo vale soprattutto per le quattro aziende che ad oggi controllano il mercato svizzero. syndicom attende un contratto collettivo di lavoro che finalmente riassicuri i salari e gli onorari dei professionisti della stampa nella Svizzera tedesca e in Ticino. È chiaro che a questo punto nessuno più si aspetta che gli editori si professino a favore del partenariato sociale.

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