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Una sentenza a favore del personale

Il Tribunale federale ha stabilito nella sua sentenza pubblicata oggi l'esistenza di un rapporto di lavoro tra UberEats e i suoi corrieri che consegnano pasti a domicilio. Per giungere a questa constatazione ci è voluto molto tempo, ma si tratta senza dubbio di un’ottima notizia per le/i dipendenti e le loro condizioni di lavoro. syndicom chiede di porre fine all’arbitraria pretesa che il personale agisce in quanto lavoratore autonomo e di negoziare un contratto collettivo di lavoro come lo esige la Legge sulle poste.

[Translate to Italiano:] Bundesgericht Lausanne

In un'altra sentenza il TF si ha accolto il ricorso di UberEats contro l'assoggettamento alla Legge federale sul collocamento e il personale a prestito. UberEats non presta corrieri ai ristoranti. Tuttavia, il TF vede un rapporto di lavoro tra UberEats e i suoi corrieri. Il riconoscimento di un tale rapporto di lavoro rinforza la richiesta di syndicom affinché i corrieri non vengano più impiegati come lavoratori autonomi. In quanto lavoratori autonomi infatti, non sono soggetti ai contributi obbligatori alle assicurazioni sociali, per esempio, e non beneficiano di altri diritti dei lavoratori.

Le/I corrieri di UberEats sono dipendenti

Questa sentenza sancisce dunque la fine della pratica dell’impresa statunitense di considerare i suoi corrieri come lavoratrici/tori indipendenti. Sancisce dunque anche la fine delle condizioni di lavoro precarie per queste persone. Come lo rivendica ormai da anni syndicom, l’autorità di regolazione competente è la Commissione federale delle poste Postcom. UberEats opera nel mercato postale. syndicom chiede a Uber e alle imprese che lavorano per Uber di negoziare un contratto collettivo di lavoro con syndicom. La legge sulle poste obbliga le imprese a negoziare un CCL per i loro corrieri.

Ci vuole troppo tempo

Per quanto positiva possa essere giudicata la sentenza, le conseguenze per il mercato dei corrieri sono di vasta portata e, ricordiamolo, si tratta di un settore turbolento da anni. La concorrenza è feroce e da anni ormai la battaglia si svolge sul terreno dei salari, e quindi a scapito delle/dei dipendenti. In altre parole, è un verdetto che arriva tardi. È quindi indispensabile che le autorità cantonali competenti per il mercato del lavoro facciano da subito concreti passi avanti. Devono fare come il Canton Ginevra, ossia applicare la legge e porre fine a queste pratiche. I cantoni hanno il dovere di regolamentare il mercato del lavoro e devono assumersi le proprie responsabilità. Delle prime soluzioni e dei primi modelli esistono già, basti pensare ad un’impresa di Ginevra che sì utilizza la piattaforma Uber ma che ha anche aderito al contratto collettivo di lavoro per i "corrieri in bicicletta e i servizi di corriere urbano" (maggiori informazioni su www.syndicom.ch/corrieriinbici).

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