Iniziativa nel Canton Berna

Un ruolo guida a livello nazionale contro le esternalizzazioni e il dumping salariale

Come possiamo aiutare le piccole e medie imprese ad affrontare la crescente pressione sul mercato? Come evitare che i lavoratori siano costretti ad accettare salari da fame?

A inizio ottobre, l’Unione sindacale del canton Berna (GKB) ha depositato un’iniziativa popolare che chiede una concorrenza leale per tutelare i lavoratori e le piccole imprese nel canton Berna. Le firme raccolte erano oltre 18mila di cui ne sono state convalidate 15.800.  

Con questa iniziativa, il GKB interviene sugli acquisti pubblici. Là scorrono delle belle cifre che fanno gola a molte aziende. Già oggi le ditte che vogliono aggiudicarsi un appalto pubblico devono dimostrare che pagano salari e garantiscono condizioni di lavoro usuali per il luogo e il settore. Ma questo non basta.

Il GKB chiede che queste ditte eseguano esse stesse gli incarichi ricevuti dai comuni, dalle aziende pubbliche come BKW o l’Ospedale universitario Inselspital o altri. Solo in casi ben motivati a esse dovrebbe essere concesso di assegnare ad altri una parte dell’incarico. In questo modo andrebbero vietate le catene di subappalto come si sono viste sempre di più negli ultimi anni.

Solo in casi ben motivati a esse dovrebbe essere concesso di assegnare ad altri una parte dell’incarico. In questo modo andrebbero vietate le catene di subappalto come si sono viste sempre di più negli ultimi anni. Inoltre, per ogni appalto pubblico dovrebbero valere obbligatoriamente le disposizioni del Contratto collettivo di lavoro. Per il GKB questi incarichi non sono merce di scambio della quale le aziende dispongono liberamente. Il settore pubblico non può e non deve assolutamente favorire il dumping salariale e la concorrenza sleale.

Un ruolo di apripista nazionale

Nel recente passato, in diversi casi lo Stato, i cantoni e le aziende pubbliche hanno ammesso queste catene di subappalto – con gravi ripercussioni sui salari e sulle condizioni di lavoro delle persone che dovevano svolgere quei lavori: dei saldatori bosniaci ricevettero solo la metà dello stipendio, e in un cantiere della Posta gli operai dovettero dormire direttamente in cantiere. Il caso più eclatante fu quello riscontrato presso un cantiere dell’Ospedale universitario di Berna. Là dei piastrellisti ricevettero un quarto del salario usuale per il luogo e il settore e furono sistemati a dormire presso un campeggio.

Con questa iniziativa il GKB assume un ruolo nazionale di apripista. Sarebbe molto urgente combattere questi casi ovunque. Purtroppo il Parlamento nazionale ha perso l’occasione di inserire un relativo articolo durante la revisione della legge sugli acquisti pubblici. La proposta del consigliere nazionale Corrado Pardini (Partito Socialista, canton Berna) è stata bocciata. Ecco perché adesso bisogna intervenire con strumenti più efficaci.

Per il bene della Svizzera

Questa iniziativa vuole far assumere la responsabilità a chi si aggiudica un appalto pubblico nel canton Berna. Complessivamente nel canton Berna gli acquisti pubblici si aggirano su diversi miliardi di franchi. Il GKB chiede che il settore pubblico nei suoi appalti ricopra e viva un ruolo modello. Non solo rispettando dei salari d’uso nel luogo e nel settore, ma anche posizionandosi contro le catene di subappalto.

L’iniziativa viene sostenuta anche dagli ambienti delle piccole e medie imprese. Infatti le piccole ditte locali subiscono la massiccia pressione di concorrenti che fin dall’inizio sanno di poter contare su un subappalto.

Il GKB evidenzia dove i processi economici mettono sotto pressione i salariati e le piccole e medie imprese. Se riusciremo a proteggere gli stipendi e la concorrenza leale in Svizzera, allora riusciremo anche a tenere a bada le forze isolazioniste e xenofobe. Questo è fondamentale per la Svizzera, per il suo sviluppo economico e sociale.


Johannes Wartenweiler, segretario del Unione sindacale del canton Berna (GKB)

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