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Benvenuti corrieri, verso un CCL?

Sono giovani, ecologici e moderni. Anche per i corrieri in bici serve uno strumento tradizionale del partenariato sociale come il contratto collettivo di lavoro? Certamente. Perché nell’ambito della distribuzione al dettaglio sono in atto grosse trasformazioni. E non solo i lavoratori, ma anche le aziende approfitteranno di condizioni di lavoro eque, sicure e rafforzate.

In Svizzera, il servizio dei corrieri in bici registra successi da 30 anni a questa parte. Nel 1988 è stata fondata la prima ditta a Lucerna, e poco dopo ne esisteva una in ogni maggiore città ­elvetica.

La prestazione è simile ovunque, ma le forme organizzative coprono una vasta varietà di tipologie d’azienda: associazioni, cooperative, società per azioni. La cosa che ha accomunato questi corrieri è che dopo la revisione della legge sulle Poste nel 2013 essi sono stati obbligati ad avviare un dialogo di partnership sociale. Dopo un’iniziale esplorazione si è messo in moto un processo costruttivo che ha portato a un contratto collettivo di lavoro (CCL) pronto per la firma.

Ed era anche ora. Il ramo si confronta direttamente con le sfide della digitalizzazione. Infatti i committenti, produttori e fornitori vengono coordinati attraverso piattaforme digitali. E se si pensa in maniera realistica, questo sarà il futuro. Ma i concorrenti tentano di conquistare il mercato con metodi ambigui, occupando dei finti indipendenti oppure costringendo i loro dipendenti a un lavoro su chiamata. Ma ora sorge la domanda: in che contesto avviene questo lavoro? Uno sguardo in Germania rivela: presso le aziende Foodora e Deliveroo lo sfruttamento è all’ordine del giorno. Dietro a queste ditte ci sono gruppi globali miliardari che stanno rivoluzionando l’intero settore. In questo senso, i corrieri in bici in Svizzera potrebbero dare una controsterzata a questa spirale verso il basso di prezzi e salari inaugurando un partenariato sociale progressista.

Con la conclusione di un CCL, i partner sociali dimostrano che la digitalizzazione può anche avere un aspetto diverso e che il progresso tecnico non deve avvenire a scapito dei lavoratori ma che può anche essere al servizio di tutti.

I corrieri assoggettati al CCL approfitteranno di un salario minimo, di indennità notturne e domenicali chiaramente regolate, di nuovi orari di lavoro concordati, del pagamento del salario in caso di malattia o infortunio e di molto altro che si trova nei classici contratti collettivi di lavoro. Ma sarà lasciato un margine abbastanza ampio per le caratteristiche specifiche di ogni singolo corriere.

Il prossimo obiettivo di syndicom e dell’associazione professionale swiss­messengerlogistics è la dichiarazione di obbligatorietà generale (DOG). Ci sono ancora buona chance di riuscita finché il mercato è ancora ampiamente in mano ai corrieri. Concorrenti come Notime (vedi articolo a pagina 18) detengono ancora una piccola fetta di mercato. Ma se anche in Svizzera subentreranno sul mercato dei gruppi internazionali, la faccenda potrebbe presto complicarsi.

David Roth

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